La tradizione popolare ricorda come sull'antica strada tardo-romana che da Carpice di Moncalieri portava a Piobesi, sorgeva un pilone votivo dedicato alla Madonna Addolorata conosciuta anche come Madonna dei sette Dolori. Un giorno un giovinastro del luogo scagliò per la rabbia di aver perso al gioco, una pietra contro l'immagine della Madonna Addolorata dipinta sul pilone. Dallo sfregio sgorgò miracolosamente un rivolo di sangue, che fece accorrere la gente di Vinovo e dei dintorni, perpetuando nei secoli la venerazione a tale immagine. Sempre la tradizione individua la prodigiosa immagine nell'affresco oggi visibile sul muro retrostante l'Altare Maggiore di San Desiderio.

In epoche successive attorno al pilone miracoloso fu costruita una chiesa, consacrata sede parrocchiale di Vinovo. Nel sec. XIII è già citata questa chiesa nei documenti riguardanti i conti Della Rovere. Naturalmente la Chiesa originaria di San Desiderio non era quella che si vede oggi e neanche era attorniata dal cimitero, bensì era una modesta costruzione molto probabilmente ad una sola navata, isolata in mezzo all'aperta campagna. L'otto marzo 1451, con atto notarile, la sede parrocchiale fu trasferita da San Desiderio alla cappella di San Bartolomeo facente parte del primitivo Castello Della Rovere. Da quel momento la Cappella-Chiesa di San Bartolomeo appartenne alla comunità vinovese. Il trasferimento della sede parrocchiale fu determinato dalle mutate condizioni urbanistiche di Vinovo.
In quel tempo Vinovo si era ingrandita ed ammodernata, quindi la popolazione sentiva la necessità di avere una chiesa pubblica, a disposizione di tutta la popolazione e non solo dei feudatari del luogo. La Chiesa di San Desiderio fu destinata alla venerazione dell'immagine della Madonna Addolorata.
Probabilmente subì vari rifacimenti e modifiche interne secondo la munificenza dei feudatari di Vinovo. Una sicura ristrutturazione di San Desiderio fu effettuata nel 1702 a cura del marchese Carlo Francesco Delle Lanze conte di Sales, successore dei Della Rovere nel possedimento di Vinovo. Un'altra radicale sistemazione edilizia fu eseguita nel 1735, tanto che dell'antica chiesa restò probabilmente il solo muro a nord, in pratica l'abside dove c'è l'affresco della Madonna Addolorata.

Questo bel dipinto, incorniciato in tempi recenti, è peraltro datato dagli studiosi d'arte come eseguito nel sec. XV, quindi questa datazione stride non poco con l'antica tradizione popolare che, prima d'ogni chiesa, parla di un solitario e singolo pilone votivo. Comunque sia, l'edificio del 1735 con pianta a croce greca e interni dominati dall'ordine corinzio, è quello che tutt'oggi possiamo ammirare. Invece la facciata fu progettata dall'ing. Caselli ed eseguita tra il 1888-89. Su questa trovarono razionale disposizione 10 affreschi di Paolo Gaidano raffiguranti santi, angeli e l'Addolorata. Sul portale il Caselli ideò una bella lunetta in ceramica policroma raffigurante San Desiderio in mezzo a due angeli, il pittore Silvio Reordino eseguì le parti decorative

Dagli anni 1820-21 attorno alla chiesa fu progressivamente edificato il cimitero comunale. Infine nel 1935, ricorrendo i duecento anni della riedificazione del Santuario, il Parroco Monsignor Francesco Bottino fece artisticamente decorare gli interni della chiesa.
Il Vescovo Bottino, per 18 anni Parroco di Vinovo, trova riposo in una semplice tomba sotto l'altare del lato sinistro della chiesa sotto lo sguardo di San Desiderio circondato da angioletti, ritratto in una grande tela. Le tradizioni popolari, ma anche qualche documento nell'Archivio Storico del Comune di Vinovo, ricordano che fino all'inizio dello scorso secolo viveva nelle stanzette annesse sul lato a levante di San Desiderio, l'"eremita". Cioè una pia persona che viveva di pubblica elemosina ed in solitudine, occupandosi delle necessità della Chiesa di San Desiderio. La memoria di qualche anziano vinovese ricorda che ancora alla fine dello scorso secolo sul volto dell'immagine della Madonna Addolorata si poteva vedere il segno dello sfregio causato dalla pietra del giovinastro e le conseguenti macchie forse di sangue.
Lo stesso accadeva a metà settembre con la festa più propriamente religiosa della Addolorata tradizionalmente celebrata anche in altri luoghi d'Italia ed in Spagna, Portogallo e Francia.
Le vicende dell'ultima guerra, i bombardamenti dell'agosto 1940 e del settembre 1941 e gli avvenimenti del 29-30 aprile 1945, hanno fatto nascere uno spontaneo e popolare sentimento d'affetto e venerazione per San Desiderio e la Madonna ivi ritratta. La popolazione fece voto perpetuo di ricordare quei tragici avvenimenti tutti gli anni presso l'antica Chiesa di San Desiderio sotto la protezione della Madonna Addolorata.
Ancora oggi, pur nel grande cambiamento dei tempi, i due appuntamenti annuali sono rispettati e celebrati con solennità e fedeltà dalla popolazione vinovese.
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